Regia: Daniele Gaglianone
Sceneggiatura: Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa
Interpreti principali: Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valeria Solarino, Valerio Mastrandrea
Musiche: Evandro Fornasier, Walter Magri, Massimo Miride (colonna sonora) - Vasco Brondi, Rachele Bastreghi (canzone)
Produzione: Fandango e Zaroff in collab. con Rai Cinema
Info: Durata di 109', Colore, Drammatico.
Tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron
Ruggine: una favola oscura
Ci
sono film che ti scavano dentro. Film che ti lasciano un senso di vuoto
immenso, riempito immediatamente dopo dalla loro folgorante bellezza.
“Ruggine”, quarto lungometraggio del regista di documentari Daniele Gaglianone,
è uno di quei film. Girato tra Roma e Taranto, è la trasposizione
cinematografica del romanzo omonimo di Stefano Massaron. Ambientato alla fine
degli anni Settanta in un quartiere periferico dell’Italia Settentrionale
(potrebbe essere Milano, come Torino) narra le vicende di un gruppo di bambini,
figli dell’immigrazione dal Sud e Nord-est . Sono bambini pieni di
immaginazione, disincantati nonostante l’età, padroni di un mondo di gioco
soltanto loro, che ha come “quartier generale” un ex fabbrica di materiali
ferrosi, oramai instabile e arrugginita. Rottura dell’equilibrio, di questa
micro-società è l’arrivo dell’inquietante Dottor Boldrini, pediatra del
quartiere (un eccezionale Filippo Timi) e il ritrovamento del corpo di due
bambine del gruppo. Mentre gli Adulti (gruppo contrapposto e marginale rispetto
quello dei Bambini) incolpano il pazzo del paese e trattano con referenza il
Dottore, i ragazzini comprendono subito la vera natura dell’uomo. Trent’anni
dopo vediamo come Sandro, Carmine e Cinzia sono segnati da quest’esperienza
traumatica: nel modo in cui si comportano con i propri figli (Stefano Accorsi),
nel rapporto con gli studenti (Valeria Solarino) o semplicemente con la vita
(Valerio Mastrandrea).
Presentato
nella sezione Controcampo Italiano della 68° Mostra del Cinema di Venezia, il
film uscirà nelle sale italiane il 2 settembre.
“Ruggine”
è un film che si può definire in molteplici modi. Elegante, perché caratterizzato
da un’estrema cura nei dettagli e da attori impeccabili, come appunto un
Filippo Timi particolarmente in forma, più inquietante che mai nel ruolo
dell’orco. I lunghi piani sequenza del Dottor Boldrini che canta brani lirici
sono un monumento alla psicosi del personaggio, che si autocelebra nella sua
follia. Fotografia da lande assolate e luminose, che bruciano gli occhi e
ricordano il primo Salvadores, dialoghi essenziali e taglienti come lame
(formidabile la prima scena, con i due bambini protagonisti in una cantina).
Perfetto Accorsi, le scene tra lui e il suo bambino sono tenere e toccanti, una
piacevole sorpresa è la
Solarino, professoressa che difende un’alunna probabilmente
molestata dal patrigno, leggermente calante rispetto al contesto è Mastrandrea,
ma lo perdoniamo. Fantastico il cast “under 16”, i veri protagonisti dell’anteprima,
piccoli grandi uomini e donne. In conclusione, il film di Gaglianone è una vera
e propria isola di salvezza del cinema italiano, che in questa edizione della Mostra
non si è fatto particolarmente notare. Determinante anche la colonna sonora
curata da Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) e Rachele Bastreghi
(Baustelle), conclusione perfetta di un film che lascerà il segno, sale
italiane permettendo. Una favola moderna che ci ricorda che gli orchi esistono,
come i draghi della favola che Accorsi racconta a suo figlio, ma che i mostri
possono essere sconfitti con le nostre scelte, con la nostra propria forza.
Irene Coluccia
(Teaser Trailer)
(Foto scattata dopo la proiezione del film alla 68° Mostra del Cinema di Venezia)
Foto e Recensione di Irene Coluccia.
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